Met Gala 2021 e un Red Carpet tutto Americano
“In America: A Lexicon of Fashion” è il tema di quello che consideriamo essere l’evento degli eventi – per i fashion addicted e non solo – , che quest’anno si è svolto il 13 settembre a causa degli ostacoli quali sicurezza e distanziamento sociale. Il Met Gala cade, quindi, proprio nel bel mezzo del fashion month, poco dopo la New York Fashion Week, e in un periodo storico difficile e controverso per l’intero Fashion System statunitense. Un declino che si traduce spesso in soluzioni inconcludenti, scandali e creazioni artificiose atte a creare un’attrazione fuggiasca per i social media.
L’Exhibition al MoMA
Il Met Gala si tiene in genere il primo lunedì di maggio, ma quest’anno l’evento è stato posticipato a causa del Covid-19 e cade proprio nel bel mezzo del fashion month, il che significa che la posta in gioco per lo stile delle celeb sul red carpet è particolarmente alta. Ecco allora che Andrew Bolton, il curatore responsabile del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art, e Anna Wintour, che dell’Institute è membro del CdA oltre che sostenitore, decidono di darci un messaggio importante. In un momento, per altro, estremamente significativo per il Met e il Costume Institute: nel 2020 cadeva il 150° anniversario del museo, mentre nel 2021 cade il 75 ° della fondazione del Costume Institute.
Il 18 settembre il Metropolitan Museum of Art di New York ospiterà, per l’appunto, la mostra In America: A Leicon of Fashion: una casa immaginaria dove ogni stanza rappresenterà una particolare qualità emotiva (benessere, gioia, ribellione, nostalgia) raccontata dal confronto tra un capo moderno e uno storico, con l’obiettivo di restituire alla moda americana, spesso definita pratica e sportiva, la sua capacità di narrazione. Parallelamente, il 5 maggio 2022, con In America, An Anthology of Fashion, Bolton sceglie di affrontare il tema dell’inclusività. “Chi diventa americano?”: questa esposizione esplorerà, nelle stanze d’epoca del museo, la storia della moda in relazione ai temi di razza e genere, considerando chi è stato in grado di abitare “le stanze” della moda e chi invece ne è stato escluso. Cosa dovremo aspettarci? L’american fashion extravaganza, il glamour luxury degli anni ’70 firmato Halston all’orizzonte etereo di Rodarte, la potente visione politica di Kerby Jean-Raymond per Pyer Moss (scelto dalla vicepresidente Kamala Harris per gli eventi dell’Inauguration).
E ora: il Red Carpet
Anna Wintour affianca Tom Ford e Adam Mosseri alle superstar della Gen-Z: Timothée Chalamet, l’uomo più influente della moda dopo l’interpretazione di Luca Giadagnino in Chiamami con il tuo Nome, che veste Haider Ackermann e Converse; Billie Eilish, disinibita innovatrice sia nella moda che nella musica in un abito dall’ispirazione hollywoodiana custom-made da Oscar de la Renta; Naomi Osaka, irriverente campionessa di tennis in un abito Louis Vuitton disegnato dalla sorella di Naomi e da Nicolas Ghesquière per onorare la sua discendenza giapponese, haitiana e americana; Amanda Gorman in Vera Wang, che ha guadagnato visibilità dopo la performance all’Inauguration Day di Joe Biden.
Billie Eilish in Oscar de la Renta
Per quanto riguarda gli ospiti, quest’anno in numero più ristretto, l’abbagliante bellezza di alcuni look si scontra con scelte decisamente azzardate. Interpretazioni più drammatiche, come quella di Kim Kardashian e Rihanna, che scelgono il total black di Balenciaga, si alternano ad approcci ora politici, come Alexandria Ocaso-Cortez in Brother Vellies e Cara Delevigne in Dior, ora estremamente eccentrico, vedi Iman in Harris Reed, Lil Nas X in Versace e Kim Petras in Collina Strada.
Kim Kardashian in Balenciaga
Rihanna in Balenciaga
Lil’ Nas X in Versace
Ad aprire la strada dell’illusione nude è, invece, Imaam Hammam, seguita da una Kendall Jenner in Givenchy – che strizza l’occhio all’iconica Audrey Hepburn – e da Zoë Kravitz in Saint Laurent. Fra le tante, colpisce per la classicità la coppia Hailey, in Saint Laurent, e Justin Bieber in Balenciaga. Optano per il classico anche Gigi Hadid, che, ispirata al personaggio di Jessica Rabbit, abbina abito Prada e guanti in pelle ad un makeup anni Sessanta, e la nostra Vittoria Ceretti, in un meraviglioso abito firmato Michael Kors abbinato al serpente-gioiello di Bulgari – marchio scelto per altro da numerose star.
È un’occasione mancata quella di Jennifer Lopez in Ralph Lauren, che, pur avendoci incantato con l’appassionato bacio con Ben Affleck, non è stata all’altezza delle aspettative create a Venezia in Dolce & Gabbana. Anche Kristen Stewart, l’unica in Chanel, ci lascia perplessi: i colori e, soprattutto, le proporzioni non sembrano donarle, il taglio e lo styling del look non sembrano appropriati al tema. A chiudere la magica notte è la performance di Justin Bieber, che, come tutto il business dell’intrattenimento dal vivo, si dichiara entusiasta di tornare a cantare live.
Jennifer Lopez in Ralph Lauren
Daniele Conforti