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Finalmente Bottega Veneta e Salon 02

Il lockdown? Ce lo siamo già dimenticati. Ma di Bottega Veneta non ci si dimentica mai. La si perdona, ma non la si dimentica. Durante la primavera appena trascorsa, il marchio più esclusivo del momento ha notoriamente ospitato al Berghain di Berlino, uno dei locali techno più famosi al mondo, Salon 02, la collezione che fa da seguito a Salon 01, svoltasi a Londra lo scorso ottobre.
Il nome? Un riferimento a un’era precedente della moda, quando i couturier organizzavano sfilate all’interno di saloni, davanti a piccoli gruppi di ospiti, quali, in questa seconda edizione, Virgil Abloh, Skepta e Honey Dijon.

Una celebrazione in pompa magna della prospettiva lineare del marchio, dove gli iconici elementi che caratterizzano la maison vengono attualizzati. Perché sì, se avete fatto bene i conti, la collezione prese forma proprio in quel momento storico in cui ognuno di noi era costretto alle quattro mura di casa. Daniel Lee, dalla sua parte, dà sfogo a un desiderio tanto personale quanto universale: quello di tornare ad animare eventi e feste, strade e locali notturni. Una necessità sfociata nello scandalo al momento dell’evento, quando Bottega Veneta – già da tempo esente da qualsiasi tipo di presenza sui social media – cadde nell’occhio del ciclone: gli ospiti vennero infatti fotografati senza mascherine e, dopo la presentazione, presero parte ad un affollato aftershow party all’hotel Sobo House, in pieno lockdown, proprio mentre noi – poveri mortali – cercavamo di sopravvivere.

È anche grazie alla lunga attesa che oggi riusciamo ad apprezzare gli scatti di Tyrone Lebon, che ritraggono una linea co-ed, senza distinzione di genere in tutte le sue caratteristiche. Le immagini sono dominate da tonalità cupe, sfocate e styiling degni dell’haute-couture che innovano i pilastri del marchio: pelle intrecciata, silhouette squadrate, tratti minimalistici che si adornano di cuciture, stampe animalier, piume e cuciture. Quattromila, per esattezza, le piume, 9.500 le paillettes, 4,3 milioni le cuciture applicate al cappotto zebrato. A fare da legante, tessuti e materiali interamente sviluppati dalla maison, fra cui un denim particolarmente elastico.
La bravura iconoclasta di Lee ci racconta proporzioni cartoonesche, stivali in pelle con platform altissimi, frange in pelliccia, enormi borse con finiture metalliche degne di uno dei cani palloncino di Jeff Koons completi in lana, soprabiti in maglieria, uniformi da lavoro e scintillanti cappotti di pelle nera.

La collezione Autunno-Inverno di Bottega Veneta dominerà, attraverso immagini della campagna pubblicitaria, i tetti dei capannoni situati nei pressi dell’aeroporto di Los Angeles, posizionati in modo che le uniche a vederli siano le persone che decollano e atterrano. L’ennesima strategia di comunicazione in stile Bottega, che non finisce mai di incuriosirci e che culminerà il 21 settembre con il release della collezione.

Il prossimo appuntamento? A Detroit, dove il 21 ottobre andrà in scena, in presenza, Salon 03.

Daniele Conforti